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FIGURAZIONI IRREGOLARI - LA TERZINA - scrittura ed esecuzioneFIGURAZIONI IRREGOLARI - LA TERZINA - scrittura ed esecuzione

La terzina per definizione è una figura irregolare per eccesso ovvero tre figure di un dato valore devono stare nello spazio di due figure del medesimo valore; per esempio 3 crome (valore 3/8) devono stare nello spazio di 2/8 (1/4). Da queste poche parole già si capisce che i valori delle note o delle pause che formano la terzina, in fase di esecuzione avranno una durata inferiore rispetto al valore che esse hanno normalmente. La terzina è in assoluto la figurazione irregolare più utilizzata in musica, motivo per cui va compresa molto bene. Ho quindi deciso di trattarla in maniera approfondita in una lezione specifica.

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scrittura

Come anticipato nel paragrafo precedente, la terzina è un gruppo irregolare per eccesso. Quindi se nello spazio di 1/4 ci stanno 2 crome, la terzina che andremo a costruire sarà formata da 3 crome. Dal punto di vista grafico le crome si scrivono come al solito, con la sola differenza che vengono raggruppate sotto forma di terzina.


Dal punto di vista dell'esecuzione, il valore delle crome raggruppate sotto forma di terzina non sarà più di 1/8 intero, ma sarà un valore di durata tra la semicroma e la croma, poiché la nota aggiunta prenderà un po' di valore da ognuna delle due crome.

esecuzione

L'aspetto esecutivo è senza dubbio quello più delicato. Per capire innanzi tutto come suona un terzina, prendiamo in prestito due città italiane; le tre sillabe di NAPOLI dovranno entrare nello stesso spazio metrico di ROMA. Infatti se si dividono in sillabe le due parole si avrà questo:

ROMA = RO - MA

NAPOLI = NA - PO - LI

Ora sostituiamo le due sillabe di ROMA con due crome e le tre sillabe di NAPOLI con tre crome raggruppate in una terzina. Proviamo a dire la parola NAPOLI nello stesso spazio metrico (1/4) della parola ROMA. L'effetto che si avrà è una terzina! L'esempio aiuterà a capire meglio.

terzina semplice, composta, complessa

La terzina, così come gli altri gruppi irregolari, può essere di tre tipi: semplice, composta o complessa. La differenza tra questi vari tipi di terzine sta nelle figurazioni che vengono utilizzate per la scrittura della terzina.

  • terzina semplice: quando i tre accenti (figure o pause) sono sciolti tra loro ovvero dello stesso valore
  • terzina composta: quando i tre accenti (figure o pause) non sono sciolti ovvero sono dello stesso valore ma legati tra loro oppure ci sono note e/o pause di diverso valore che formano la terzina
  • terzia complessa: quando la terzina è composta dall'insieme di più ritmi irregolari ovvero quando il gruppo irregolare (terzina) comprende al suo interno altri gruppi irregolari

Gli esempi aiuteranno a comprendere meglio le varie tipologie di terzine.

 

Un aspetto "curioso" ma anche piuttosto ovvio delle terzine, e nei gruppi irregolari in generale, è che se in un dato tempo musicale (ad es. 4/4) un gruppo irregolare è tale, lo stesso gruppo di note scritto in un altro tempo può essere del tutto regolare. Immaginiamo la classica terzina di tre crome in tempo 4/4, se la scriviamo in un tempo 6/8 non è assolutamente una terzina né tanto meno un gruppo irregolare. Un altro esempio può essere una terzina di semiminime nel tempo 2/4, se scriviamo la stessa figurazione nel tempo 3/4 sarà del tutto regolare.

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PUNTO DI VALORE (singolo, doppio, triplo) scrittura ed esecuzionePUNTO DI VALORE (singolo, doppio, triplo) scrittura ed esecuzione

Per definizione il punto di valore è un punto che posto a destra di una nota o di una pausa, prolunga il valore della nota (o della pausa) della metà del proprio valore. Il punto di valore è molto usato in musica sin dall'inizio del percorso di studi, sia dal punto di vista teorico che pratico, per cui suggerisco di studiarlo bene!

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punto singolo

Immaginiamo di avere metà torta, con un punto posto a destra della nostra torta, per magia la torta diventerà più grande; per la precisione metà + 1/4

Ora lasciamo da parte la torta ed utilizziamo le figure musicali. Prendiamo una minima, che sappiamo valere 2/4, e scriviamo un punto a destra della figura. La metà del suo valore (della minima) è 1/4, quindi sommando 2/4 (valore della minima) + 1/4 (valore del punto in questo caso) si avrà il nuovo valore della minima col punto ovvero 3/4, i prossimi esempi aiuteranno a comprendere.

2/4 valore della minima + 1/4 valore del punto (metà del valore della minima)

Come si evince dall'esempio (seconda battuta), se si scrive una minima legata ad una semiminima (legatura di valore) l'effetto sonoro sarà assolutamente lo stesso. Idem per la croma col punto, se leghiamo una croma ad una semicroma l'effetto in termini di durata sarà identico ecc.

Scrivendo degli esempi con le figure di riferimento viene fuori il seguente schema:

semibreve + punto = semibreve + minima

minima + punto = minima + semiminima

semiminima + punto = semiminima + croma

croma + punto  = croma + semicroma

semicroma + punto = semicroma + biscroma

biscroma + punto = biscroma + semibiscroma

doppio punto

Spesso accanto ad una nota o una pausa si può trovare un doppio punto. Il concetto di base è lo stesso del punto singolo: prolungamento del valore. Tuttavia bisogna fare attenzione poiché il doppio punto (quindi il secondo ovvero quello più a destra) non si riferisce alla nota bensì al punto.

Cosa significa?

Vuol dire che se ho una semiminima col doppio punto, il primo punto vale la metà della minima ovvero 1/4 (semiminima) mentre il secondo punto vale la metà del punto ovvero 1/8 (croma).

Lo schema che verrà fuori dall'applicazione del doppio punto alle figure è il seguente:

semibreve + due punti = semibreve + minima + semiminima

minima + due punti = minima + semiminima + croma

semiminima + due punti = semiminima + croma + semicroma

croma + due punti  = croma + semicroma + biscroma

semicroma + due punti = semicroma + biscroma + semibiscroma

punto triplo

Anche se è piuttosto raro, teoricamente è bene conoscere anche il punto triplo. Il concetto in termini di costruzione è lo stesso del punto doppio.

Lo schema che verrà fuori dall'applicazione del doppio punto alle figure è il seguente:

semibreve + tre punti = semibreve + minima + semiminima + croma

minima + tre punti = minima + semiminima + croma + semicroma

semiminima + tre punti = semiminima + croma + semicroma + biscroma

croma + tre punti  = croma + semicroma + biscroma + semibiscroma

punto nel tempo in ottavi (3/8, 6/8 ecc.)

Finora abbiamo parlato del punto di valore nella suddivisione binaria (battere e levare). Andiamo ora a vedere come si costruisce il punto di valore nel tempo tempo in ottavi.

1/4 valore della semiminima + 1/8 valore del punto (metà del valore della semiminima)

2/4 valore della minima + 1/4 valore del punto (metà del valore della minima)

punto al contrario

Anche se non è molto utilizzata come figurazione, il punto si può anche mettere al contrario ovvero sulla seconda nota della sequenza anziché sulla prima; come si è visto in tutti gli esempi precedenti.

Nel primo dei prossimi esempi la figurazione croma + semiminima con punto, abbastanza utilizzata. Nel secondo esempio la figurazione semicroma + croma con punto, poco utilizzata.

Se ancora non ti è chiaro l'argomento ti suggerisco di approfondire in quest' atra lezione PUNTO DI VALORE - problematiche frequenti e ulteriori suddivisioni

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LE ALTERAZIONI - fisse e transitorie (scrittura e applicazione)LE ALTERAZIONI - fisse e transitorie (scrittura e applicazione)

Per definizione le alterazioni sono simboli grafici che, come dice la parola stessa, hanno lo scopo di alterare il suono, in maniera fissa o transitoria (temporanea). Innanzi tutto le alterazioni vanno divise in due categorie:

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alterazioni fisse: sono quelle alterazioni che si mettono subito dopo la chiave, all'inizio del rigo musicale e si scrivono su tutti i righi dello spartito. Esse costituiscono l'impianto tonale del brano ovvero la tonalità (maggiore o minore). Il loro effetto dura per l'intera durata del brano, salvo cambi di tonalità e/o alterazioni transitorie. Nell'esempio si può vedere la tonalità d'impianto e poi nella terza battuta un cambio di tonalità (da LA maggiore a SOL maggiore).

alterazioni transitorie: sono quelle alterazioni che si trovano nel pentagramma, all'interno del discorso musicale. Si mettono prima (a sinistra) delle note e ne alterano il suono dal punto in cui si trovano fino alla fine della battuta.

L'effetto dell'alterazione transitoria vale per la sola altezza della nota cui si riferisce, cioè se un # è posto accanto ad un FA primo spazio (chiave di violino), l'effetto è limitato solo ad esso, non agli altri FA. L'esempio aiuterà a comprendere meglio.

Per tanto l'effetto dell'alterazione è limitato alla sola altezza sonora cui si riferisce.

le alterazioni semplici

Le alterazioni semplici sono tre:

  • DIESIS: modifica (aumenta) in senso ascendete l'altezza del suono di un semitono
  • BEMOLLE: modifica (diminuisce) in senso discendente l'altezza del suono di un semitono
  • BEQUADRO: annulla ogni tipo di alterazione: semplice e doppia
N.B.: il bequadro va considerato a tutti gli effetti come una alterazione. Infatti, prendiamo ad esempio un brano con il DO# in chiave, se ad un certo punto del discorso musicale c'è un DO naturale, questa nota sarà stata alterata rispetto all'impianto tonale.

le alterazioni doppie

  • DOPPIO DIESIS: modifica (aumenta) in senso ascendente l'altezza del suono di un tono
  • DOPPIO BEMOLLE: modifica (diminuisce) in senso discendente l'altezza del suono di un tono

Nell'esempio sottostante sono raffigurate tutte le alterazioni e l'effetto che producono.

Spesso nel discorso musicale, per ricordare all'esecutore la fine dell'effetto relativo ad una alterazione transitoria, nella battuta successiva a quella in cui si trova l'alterazione, si utilizza un simbolo definito alterazione precauzionale. Graficamente si rappresenta con l'alterazione messa tra parentesi (battuta 3 dell'esempio).

Ora che hai svolto gli esercizi verifica le tue competenze su questo argomento. Compila il form ed avrai un feedback immediato alle tue risposte. Buon divertimento!

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DIVISIONE e SUDDIVISIONE formule basilariDIVISIONE e SUDDIVISIONE formule basilari

Nella metrica musicale ogni battuta (misura) viene primariamente divisa in tante parti quanti sono i movimenti in essa contenuti. Ad esempio nel tempo 4/4 si hanno 4 movimenti del valore di 1/4 ciascuno.

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Ognuna di queste parti può essere a sua volta suddivisa in base al valore dell'unità di movimento. Per esempio, se si suddivide il tempo 4/4, per ciascun movimento di 1/4 si avranno due tempi: battere e levare, quindi ogni movimento viene diviso a metà.

La divisione e la suddivisione sono molto utili nella pratica della lettura musicale, in modo particolare per lo studio del solfeggio. Infatti, più la battuta viene divisa e suddivisa in piccole parti, più diventa agevole la lettura e l'inquadramento ritmico dei valori all'interno della battuta.

Schematizzando i valori di divisione e suddivisione si avrà questa....

  • se l'unità di movimento è la minima >>> l'unità di suddivisione sarà la semiminima
  • se l'unità di movimento è la semiminima >>> l'unità di suddivisione sarà la croma
  • se l'unità di movimento è la croma >>> l'unità di suddivisione sarà la semicroma
  • ecc. ecc.

Bisogna fare molta attenzione nei tempi in ottavi (ad es. 6/8, 9/8, 12/8 ecc.). In questi tempi infatti l'unità di movimento non è più rappresentata dalla semiminima, come nel 4/4 per intenderci, bensì dalla semiminima col punto (tot. 3/8).

Quindi il tempo 9/8 avrà tre unità di movimento e tre unità di suddivisione; tre per ciascuno dei movimenti.

I concetti esposti sinora vanno quindi applicati a tutti i tempi musicali. E' anche possibile suddividere ulteriormente, quindi fare la divisione della suddivisione. Suggerisco di ricorrere a questa pratica soltanto in casi (poco frequenti) di solfeggi e/o spariti realmente molto complessi.

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SINCOPE E CONTROTEMPO - figurazioni, scrittura, esecuzioneSINCOPE E CONTROTEMPO - figurazioni, scrittura, esecuzione

Per definizione la sincope è uno spostamento di accento. Può trovarsi sia all'interno di una sola misura (battuta) che esteso su più misure, può essere un singolo spostamento o più spostamenti di accento. Sincope e controtempo sono figurazioni ritmiche molto utilizzate, per tanto si suggerisce uno studio approfondito.

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concetti generali

Per capire praticamente cosa s'intende per spostamento di accento, si faccia partire un metronomo ad una velocità media e si provi a schioccare le dita in netta contrapposizione ritmica al click del metronomo ovvero in levare. Accade quindi che l'accento ritmico si sposta dal tempo forte (comunemente chiamato battere) a un tempo debole (comunemente chiamato levare). Si può avere sia uno spostamento di accento singolo sia una serie di spostamenti consecutivi.

figurazioni (tipi di sincope)

La tipologia di sincope, oltre al numero di spostamenti di accenti, dipende anche dalle figurazioni utilizzate. Spostamenti e figurazioni danno vita alle tipologie di sincope qui sotto elencate e rappresentate:

SINCOPE REGOLARE SEMPLICE - tra due figure uguali (dello stesso valore), con un solo spostamento di accento

SINCOPE IRREGOLARE SEMPLICE - tra figurazioni non uguali (di diverso valore), con un solo spostamento di accento

SINCOPE REGOLARE COMPOSTA - tra due figure uguali (dello stesso valore) con lo spostamento di 2 o più accenti

SINCOPE IRREGOLARE COMPOSTA - tra figurazioni non uguali (di diverso valore) con lo spostamento di più accenti

Bisogna prestare particolare attenzione ai ritmi composti (6/8, 9/8 ecc..) e alle loro suddivisioni, poiché in molti casi vi si presenta una figurazione ritmica che, in un tempo semplice potrebbe essere sincopata, mentre in un tempo composto non lo è affatto. Quindi prima di eseguire una figurazione che sembra una sincope è bene verificare l'indicazione metrica del brano/solfeggio.

la sincope armonica

La sincope armonica è un particolare effetto che riguarda gli accordi; essa avviene quando vi è il medesimo accordo a cavallo di battuta. Ciò fa sì che sul primo movimento della seconda battuta non venga suonato l'accordo (sul tempo forte) bensì mantenuto dal movimento della battuta precedente tramite legature di valore. L'esempio aiuterà a capire meglio...

Si può parlare di sincope armonica anche nel caso in cui gli accordi sono disposti in modo da creare una sincope ritmica. Come esempio possiamo considerare una sincope regolare composta in cui al posto delle singole note troviamo gli accordi.

La sincope armonica è sempre stata considerata un cattivo effetto dai teorici dell'armonia classica e quindi veniva definita (e viene considerato tuttora nello studio dell'armonia classica) un errore. Tuttavia vi sono vari esempi nella storia della musica in cui appare tale effetto.

C'è un caso particolare in cui non si può parlare di sincope armonica: quando la composizione inizia sul levare della battuta precedente e il medesimo accordo si presenta anche in battere nella battuta successiva non si parla di sincope armonica.

la sincope nel jazz (andamento sincopato)

La costruzione ritmica nella musica jazz molto spesso è basata su lunghi periodi sincopati; in questo caso bisogna parlare di procedimento sincopato o andamento sincopato. Questo argomento per le sue specificità verrà affrontato ed approfondito in un altro contesto/lezione più appropriato.

controtempo

Il controtempo è un contrasto ritmico prodotto dall'alternarsi di pausa sul tempo forte e nota sul punto debole. È un effetto musicale particolare che ha lo scopo di creare particolari effetti ritmici. E' simile alla sincope ma non va confuso con essa poiché non si tratta di spostamenti di accenti ma di un vero e proprio andamento ritmico.

Tecnicamente nel controtempo il suono inizia sul tempo debole e viene successivamente troncato da un silenzio (pausa musicale). Questo particolare effetto si può avere sia nei tempi semplici che in quelli composti.

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