MEMORIZZAZIONE DI UNO STANDARD JAZZ - metodo di studio
Il processo di memorizzazione degli standards jazz è un passaggio cruciale per il jazzista, soprattutto ai fini dell'improvvisazione. Non è certo una cosa facile tenere in memoria centinaia di melodie e successioni di accordi con annesse strutture.
Allora come fare?
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Non c'è dubbio, la palestra migliore sarebbe sicuramente la pratica periodica in una band, che consentirebbe con il minimo sforzo di memorizzare tutti gli standards desiderati, attraverso un processo che mi piace definire naturale. Purtroppo però non tutti hanno la fortuna di avere una band a disposizione con cui provare in maniera frequente. Inoltre, può anche capitare di dover memorizzare in poco tempo un numero imprecisato di brani, per un concerto o per formare un repertorio. In tal caso questi pochi e semplici suggerimenti (metodo di studio) possono tornare utili.
Studiare 2 o più misure (battute) alla volta; cadenze
La struttura armonica di uno standard jazz è una continua successione di cadenze (maggiori e minori). Spesso, ma non sempre, queste cadenze si sviluppano nello spazio di 2 misure. Pertanto, memorizzare 2 misure alla volta corrisponde alla memorizzazione di una cadenza alla volta.
Possiamo lavorare nei due modi seguenti:
- memorizzazione a catena: partendo dall'inizio del brano, si aggiungono 2 misure alla volta. Quindi si memorizza in questo modo: 1 + 1 (ovvero da misura 1 a misura 2 inclusa), 2 + 2 (ovvero da misura 1 a misura 4 inclusa), 4 + 2 (ovvero da misura 1 a misura 6 inclusa), 6 + 2 (ovvero da misura 1 a misura 8 inclusa). Si continua con questo sistema per il resto del brano. Per utilizzare una metafora, si può immaginare di costruire un trenino elettrico. Alla locomotiva, che è l'inizio del nostro brano, si aggiunge un vagone alla volta, fino a completare il trenino.
- memorizzazione a blocchi: si memorizza un blocco alla volta e poi li si unisce tutti nel modo seguente: si memorizzano le misure 1 e 2, quindi le misure 3 e 4, successivamente le misure 5 e 6, infine le misure 7 e 8. Per concludere il lavoro, si memorizzano le prime quattro misure e poi il blocco di 8 misure. Si continua con questo sistema per il resto del brano.
Sia per il primo che per il secondo metodo, suggerisco di esercitarsi anche con metà chorus (solo con una parte se il chorus è troppo grande), ed infine col chorus intero.
Memorizzare prima l'armonia e poi la struttura
Un'altra possibilità è quella di studiare prima l'armonia del brano ovvero farci un'idea chiara delle cadenze e delle modulazioni, quindi prendere perfettamente coscienza di tutti quelli che sono gli ambiti tonali del brano. Una volta che si ha questo schema ben chiaro nella mente, non si deve far altro che sovrapporvi la struttura. Questo metodo è sicuramente più adatto per musicisti esperti, già abituati a maneggiare gli standards jazz. Ovviamente una buona analisi del brano è il punto di partenza per ottenere ottimi risultati attraverso questo processo di memorizzazione.
Se non ricordi bene come si analizza uno standard oppure vuoi semplicemente ripassare l'argomento, ti suggerisco di studiare la lezione ANALISI DI UNO STANDARD JAZZ - concetti generali.
Memorizzare le successioni armoniche (la sequenza dei gradi) non gli accordi
Questo terzo ed ultimo metodo viene utilizzato molto nella didattica moderna, particolarmente caro alla scuola americana. In teoria il metodo è molto semplice e nasce dall'esigenza di saper suonare un determinato brano in una qualsiasi tonalità, in tempo reale e senza doversi preoccupare del trasporto. Ho scritto alcuni piccoli esempi che sicuramente ti aiuteranno a fare maggiore chiarezza in merito.
Nel primo esempio, ho scritto una banalissima cadenza II - V - I - (VI) nella tonalità di DO maggiore. Sul primo pentagramma ho riportato gli accordi, che poi, nel secondo pentagramma, ho sostituito con la sequenza dei gradi.
Nel secondo esempio, ho riportato le prime 8 misure del noto standard All the things you are. Nella prima versione (chords) ho scritto gli accordi originali, che poi, nella seconda versione (sequence), ho sostituito con la sequenza dei gradi. I gradi tra parentesi (nella seconda versione) sono i gradi della tonalità d'impianto (in questo caso Ab maggiore). Li ho messi tra parentesi poiché il grado della nuova tonalità è quello che bisogna suonare, ma c'è bisogno anche del "vecchio" per capire dove ci si trova.
L'obiettivo da raggiungere è la capacità di muoversi nella struttura, non pensando agli accordi bensì alle successioni. Il metodo è sicuramente efficace, tuttavia, per una buona acquisizione dello stesso, occorre molta pratica. Fin quando ci sono solo gradi nella tonalità d'impianto, la memorizzazione è semplice. Le difficoltà maggiori si possono incontrare in presenza di modulazioni; vedi All the things you are.
Un buon esercizio, utile anche all'assimilazione del metodo, è quello di prendere standard jazz a caso, cancellarne gli accordi e sostituirli con le sequenze dei gradi. Se vi state chiedendo quale dei tre sistemi è il migliore, la risposta è molto semplice: quello con cui vi trovate meglio! Mi auguro che questa breve lezione sia stata esaustiva dell'argomento e soprattutto utile.
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